Lo sport è una meravigliosa metafora della vita, si appiglia agli istinti più profondi di ciascuno di noi mettendo in luce pregi e difetti. Per questo è anche una palestra di vita, che insegna a dominare gli istinti ed a smussare gli spigoli del carattere umano.
“I campioni sono quelli che vogliono lasciare il loro sport in condizioni migliori rispetto a quando hanno iniziato a praticarlo”. (cit. Arthur Ashe)
Di questa vicenda i campioni sono gli Esordienti classe 2007-2008 dell’Usom Calcio di Melegnano. Nel corso della partita giocata sabato 2 novembre fra gli Esordienti dell’Usom e quelli dello Zelo Buon Persico, i ragazzi in biancorosso si sono resi protagonisti di un episodio che li rende dei veri campioni: sugli sviluppi di un calcio d’angolo un ragazzo dell’Usom, nel tentativo di rinviare il pallone, ha fatto un autogol. Quel subbuglio di rabbia, delusione e dispiacere per aver causato fortuitamente un gol subito si sono trasformati subito in pianto. I suoi compagni di squadra, però, non lo hanno lasciato solo e sono corsi da lui uno ad uno, per rincuorarlo e ricordargli che sono situazioni che nel calcio possono capitare. La squadra (gli amici) erano con lui, e quella pioggia di lacrime si è subito tramutata in sole. I compagni di squadra sono questo: ci sono gli uni per gli altri, sia quando ci si abbraccia per un’esultanza dopo un gol che quando l’abbraccio sta a significare “stai tranquillo, noi siamo con te”.
Gesti come questo valgono più della vittoria sul campo ottenuta dai ragazzi in biancorosso (ndr. USOM-Zelo 5-2), valgono più di qualsiasi vittoria. Bravi i genitori e gli istruttori ad aver instillato in loro questo seme e bravissimi i ragazzi ad averlo coltivato e fatto germogliare. Per parafrasare De Gregori, con dei compagni di squadra del genere Nino non avrebbe paura di sbagliare un calcio di rigore.